Di tazze e cucchiaini, lampade e cuscini
Piatti scompagnati e pentole a bollire
Di tisane profumate e caffè col latte a parte
Di briciole ovunque e calamite sopra il frigo
Di scalogno tritato.
E ragù a fuoco lento.
Di tappeti che costano una fortuna
e dei gatti che ci si fanno le unghie
Delle coperte che abbracciano
Dei divani che insaccano
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Il tempo necessario per tornare a casa con una scrivania giallo canarino, che da lì in poi mi avrebbe accompagnato per i successivi vent'anni di studio matto e disperatissimo, uno stock di mini matite griffate e la consapevolezza che da lì in poi nulla sarebbe stato più lo stesso.
Perchè come credo il 99% delle donne su questo pianeta l'Ikea rappresenta per me il supremo godimento dell'arredamento casalingo. Il non plus ultra della felicità domestica. L'euforica promessa di una dimora straripante di presenze e felicità.
Perchè è questo che tanto mi piace del Catalogo Ikea. Questo, ciò che mi spinge a sfogliarlo con la nostalgia delle cose mai possedute e il desiderio di provare a fare mio quel senso di benessere estremo e rassicurante. La speranza che acquistando quegli oggetti un pezzetto della loro serenità diventi parte di me e della mia casa. E insieme anche della mia famiglia.
Potenza del marketing a parte, Ikea è famosa anche per i supremi smadonnamenti conseguenti l'acquisto e il tragico e infinito montaggio dei centordicimila mobili e suppellettili vari visionati, amati e ora finalmente posseduti proprio a causa del catalogo di cui sopra.
In questo frangente, l'acquirente medio Ikea si erge a Guru del fai-da-te.
Imbracciato il cacciavite a stella e inforcate le lenti bifocali, egli si cimenta nel più ingrato dei compiti che essere umano possa concepire: La Lettura del Libretto delle Istruzioni.
La buona notizia è che alla fine ce la farà. Tutti i mobili saranno montati e pronti all'uso nel giro di quarantotto ore al massimo.
Certo, resteranno sempre da parte le famose quattrovitine che nessuno sa dove vadano infilate ma l'acquirente, ormai sfiancato da ore e ore di lavoro, se ne farà presto una ragione, recitando nella propria mente il Teorema Ikea:
"Se il mobile xy è in grado di sorreggersi e senza sfracellarsi al suolo non c'è nessun bisogno di installare delle quattrovitine".
Caso chiuso e che non se ne parli più.
Anzi no.
Il caso è ancora aperto.
Perchè di recente mi sono imbattuta in una petizione online che ha attirato la mia attenzione, perchè propone l'istituzione di uno sconto sul servizio di trasporto e montaggio per tutti i disabili che acquistino mobili Ikea.
Non ci avevo mai pensato. Neppure mentre montavo i mobili nuovi ahah ma chi prendo in giro, mentre guardavo i miei montare i miei mobili Ikea!
Per chi è disabile il servizio a domicilio non è una scelta. Ma una necessità. E quindi perchè non prevedere uno sconto sul servizio che consenta a tutti, disabili compresi, di arredare la propria casa con il gusto Ikea?
Ho subito sposato la causa firmando la petizione e augurandomi che la proposta possa essere accolta dall'azienda svedese.
Puoi aiutarci anche tu. Basta un click. Contribuisci anche tu firmando la petizione online. Clicca qui!
Ma sai che io all'Ikea ci sono stata poche volte? Che vita di stenti e di infelicità! Eppure con tutto il ben di Dio che ci si trova! Vado a firmare la petizione ora ;)
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