sabato 19 settembre 2015

Ode su un Catalogo Ikea


Di tazze e cucchiaini, lampade e cuscini
Piatti scompagnati e pentole a bollire
Di tisane profumate e caffè col latte a parte
Di briciole ovunque e calamite sopra il frigo
Di scalogno tritato. 
E ragù a fuoco lento.

Di tappeti che costano una fortuna
e dei gatti che ci si fanno le unghie 
Delle coperte che abbracciano
Dei divani che insaccano

~ ~ ~ ~ ~ ~


Quando ero bambina sono stata all'Ikea una volta o due. 

Il tempo necessario per tornare a casa con una scrivania giallo canarino, che da lì in poi mi avrebbe accompagnato per i successivi vent'anni di studio matto e disperatissimo, uno stock di mini matite griffate e la consapevolezza che da lì in poi nulla sarebbe stato più lo stesso. 

Perchè come credo il 99% delle donne su questo pianeta l'Ikea rappresenta per me il supremo godimento dell'arredamento casalingo. Il non plus ultra della felicità domestica. L'euforica promessa di una dimora straripante di presenze e felicità.

Perchè è questo che tanto mi piace del Catalogo Ikea. Questo, ciò che mi spinge a sfogliarlo con la nostalgia delle cose mai possedute e il desiderio di provare a fare mio quel senso di benessere estremo e rassicurante. La speranza che acquistando quegli oggetti un pezzetto della loro serenità diventi  parte di me e della mia casa. E insieme anche della mia famiglia. 

Potenza del marketing a parte, Ikea è famosa anche per i supremi smadonnamenti conseguenti l'acquisto e il tragico e infinito montaggio dei centordicimila mobili e suppellettili vari visionati, amati e ora finalmente posseduti proprio a causa del catalogo di cui sopra. 

In questo frangente, l'acquirente medio Ikea si erge a Guru del fai-da-te. 

Imbracciato il cacciavite a stella e inforcate le lenti bifocali, egli si cimenta nel più ingrato dei compiti che essere umano possa concepire: La Lettura del Libretto delle Istruzioni. 

La buona notizia è che alla fine ce la farà. Tutti i mobili saranno montati e pronti all'uso nel giro di quarantotto ore al massimo. 

Certo, resteranno sempre da parte le famose quattrovitine che nessuno sa dove vadano infilate ma l'acquirente, ormai sfiancato da ore e ore di lavoro, se ne farà presto una ragione, recitando nella propria mente il Teorema Ikea:

"Se il mobile xy è in grado di sorreggersi e senza sfracellarsi al suolo non c'è nessun bisogno di installare delle quattrovitine". 

Caso chiuso e che non se ne parli più. 
Anzi no.
Il caso è ancora aperto. 

Perchè di recente mi sono imbattuta in una petizione online che ha attirato la mia attenzione, perchè propone l'istituzione di uno sconto sul servizio di trasporto e montaggio per tutti i disabili che acquistino mobili Ikea.

Non ci avevo mai pensato. Neppure mentre montavo i mobili nuovi ahah ma chi prendo in giro, mentre guardavo i miei montare i miei mobili Ikea!

Per chi è disabile il servizio a domicilio non è una scelta. Ma una necessità. E quindi perchè non prevedere uno sconto sul servizio che consenta a tutti, disabili compresi, di arredare la propria casa con il gusto Ikea?

Ho subito sposato la causa firmando la petizione e augurandomi che la proposta possa essere accolta dall'azienda svedese.

Puoi aiutarci anche tu. Basta un click. Contribuisci anche tu firmando la petizione online. Clicca qui!


1 commento:

  1. Ma sai che io all'Ikea ci sono stata poche volte? Che vita di stenti e di infelicità! Eppure con tutto il ben di Dio che ci si trova! Vado a firmare la petizione ora ;)

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