sabato 31 ottobre 2015

- Le spalle coperte -


Essere un gruppo è 'avere le spalle coperte'. Sentirsi al sicuro, protetti Sapere che ci saranno discussioni e poi risate, errori e litigi, pianti e abbracci. E poi tanto, tantissimo lavoro. Che ci saranno arrivi e partenze, ma che si andrà avanti lo stesso. A testa alta. Molto, molto alta. 

Che sia al lavoro o per amicizia. Oppure in famiglia o in uno sport. 

Il privilegio di sentirsi parte di un gruppo è qualcosa di raro e profondo. Che capita una volta o forse due volte, se siamo molto fortunati, in tutta una vita. E' qualcosa che un po' si costruisce e un po' si improvvisa. Un respiro dopo l'altro, un giorno per volta, tra persone che si ispirano fiducia e che sorridono sempre mentre si ammazzano di lavoro. Inseguendo obbiettivi e sognando successi. Schivando errori. Sbrogliando casini.

E la differenza, a volte, nel fare di un insieme di persone un vero e proprio gruppo è capace di farla una sola persona. Un essere unico e irripetibile in grado di legare, avviluppare, incatenare tutte le anime che lo circondano come il più onesto dei leader. 

Isaac Lufkin ha solamente sedici anni, frequenta le superiori in un liceo americano nel Maine. E' nato senza braccia e gioca a football. Ed è esattamente quel tipo di persona lì. 

Che lega, avviluppa e incatena.

E' un giocatore serio, pieno di passione che dà il massimo in ogni situazione. Che adora allenarsi con la sua squadra perchè - così dice - 'E' composta da persone che si guardano le spalle a vicenda'

La capacità di questo ragazzo di rappresentare il vero leader della sua squadra non è tanto rappresentata dalla sua bravura di giocatore disabile.

Certo - direte voi - è bravissimo a giocare pur essendo senza braccia. Tanto di cappello, aggiungo io.

Ma la verità è che giocare senza le braccia non basta a fare di un ragazzo l'anima ispiratrice per tutti i suoi compagni. Per quello ci vuole il carattere, la personalità. 

Ci vuole la capacità di andare oltre l'assenza stessa delle braccia. Di dare il meglio di sé stessi in qualsiasi situazione e, solo per questo, di ispirare le persone a fare altrettanto. Di infondere ottimismo e di credere profondamente che anche gli altri possano dare il proprio meglio.

Ecco. 

Al lavoro, in amicizia. In famiglia o in uno sport. 

Cerchiamo le persone che legano e avviluppano. Incateniamocele addosso e lasciamo che ci ispirino a dare il meglio di noi. Costruiremo catene lunghissime.



[CREDITS - PUUUNG]

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