mercoledì 7 ottobre 2015

Volevo essere Sailor Moon



Giocattoli unici. Diversi. Imperfetti. Come le persone.

Da bambina volevo essere Sailor Moon. 

Anzi. Ve la dico proprio tutta.

Ho pensato per anni di essere davvero una Sailor. 

Certo - mi dicevo - all'apparenza la mia vita parrebbe normale. Ma io conoscevo ciò che il futuro aveva in serbo per me. Era solo questione di tempo e sarebbe arrivata anche la chiamata che ognuna delle protagoniste del mio cartone preferito aveva ricevuto prima di divenire guerriera. 

Il programma si prospettava, in effetti, piuttosto roseo: una gonnellina alla marinara e il giusto portacipria sarebbero stati presto il lasciapassare verso un mondo di eroiche peripezie. Avrei mollato compiti e attività terrene per salvare l'universo da frotte di nemici avidi e senza scrupoli, vivendo così di gloria e prestigio per i successivi secoli.

Non male, eh?

Ancora oggi nutro profondo affetto per la Sailor che avrei potuto essere e per quella bambina alta un soldo di cacio che sotto sotto sognava in grande - ma proprio in stra grandissimo -. 

E per rendere omaggio a tutti gli aspiranti supereroi con manie di grandezza - so che siete tra noi!- oggi vi racconto la storia di tre mamme che, loro sì, hanno compiuto una vera impresa.
Di quelle che sicuramente non salvano il mondo. Ma lo rendono molto molto più bello. 

Toy Like Me è il progetto che stimola i genitori a realizzare bambole personalizzate che riproducano in tutto e per tutto le disabilità o le diversità dei propri figli.

A mettere in atto questo progetto sono state tre mamme britanniche che desideravano per i loro figli disabili bambole nelle quali potessero riconoscersi per davvero. Che li aiutassero a innescare quel processo di consapevolezza verso il proprio fisico che, piaccia o no, ogni disabile è costretto a vivere prima o poi. 

Rebecca Atkinson, giornalista sorda e ipovedente, Karen Newell e Melissa Mostyn, non udente, hanno deciso di dare vita a un gruppo su Facebook 'Toy Like Me' che ad oggi conta oltre 26.000 utenti, che ogni giorno condividono le fotografie dei giochi dei loro figli. 

Bambole e orsacchiotti che genitori attenti hanno voluto realizzare, in maniera casalinga o avvalendosi di professionisti, per offrire ai loro figli la speranza di iniziare a riconoscere la diversità della vita in un mondo che appiattisce e omologa anche il divertimento. 

Il risultato è un album di immagini variegato e tenerissimo, in cui convivono serenamente bambolotti con apparecchi acustici, reginette sulla sedia a rotelle, Ciccio Belli con il sondino al naso e principesse con il labbro leporino. Un universo di scatti rubati alla quotidianità di famiglie diverse, eppure simili. In cui ciascun utente può condividere la propria storia e proporre nuovi giocattoli.

Sull'onda della notorietà conquistata quindi, le tre hanno deciso di concretizzare il loro progetto. L'azienda Makie Maker, produttrice di bambole personalizzabili, le ha aiutate quindi a realizzare tre prototipi di bambole con disabilità.  Nella foto potete vedere Melissa che ha una voglia sul viso, Eva che si muove con un bastone da passeggio e Hetty, con un apparecchio acustico, che indica “ti amo” nel linguaggio dei segni.


La bellezza di questo progetto è che nasce da una diversità forte che fa soffrire chi la subisce ma è capace di parlare con semplicità. A tutti. Ai bambini di adesso e agli adulti che un tempo lo sono stati.

Potete scoprire tutte le creazioni ispirate dal gruppo sulla pagina Facebook di Toy Like Me.




[Credits - Facebook, Corrriere.it ]

1 commento:

  1. Che meravigliosa iniziativa!!! Veramente carina! Sai anche io ero convinta di essere una Sailor! La reincarnazione umana di Bunny - Sailor Moon!! :)
    Un abbraccio
    LuluCuomo

    RispondiElimina