mercoledì 18 novembre 2015

- Chi non sa fare, imparerà -


Quando mi sono laureata avevo una marea di sogni e desideri - che originalona che sono eh! -. Un sacco di cose che avrei voluto dire, vedere, scrivere e soprattutto fare. Alcune le ho fatte. Molte le ho messe nel cassetto. Una in particolare è diventata la mia attività secondaria.
Quando mi sono laureata più di tutto, avrei voluto insegnare. Qualsiasi cosa e a chiunque ne avesse bisogno. Perchè in realtà ero io ad avere bisogno di sentirmi un po' utile, di trasmettere un pezzetto di me a qualcuno che stava crescendomi vicino.

Un po' di tempo fa ho iniziato a seguire nei compiti un bambino straniero. Lo aiuto a studiare, sbroglio i suoi dubbi e imparo più cose io da lui di quante lui non ne apprenda da me. Non seguo un metodo davvero tanto preciso; vado per lo più a istinto e cerco di adattarmi a lui. Che è un mostriciattolo sveglio, in gamba e impreciso come un grillo troppo ansioso di saltare. 

Di lui e del suo essere bambino che impara apprezzo soprattutto la capacità che ha di impegnarsi - intendiamoci, non senza lunghissime preliminari contrattazioni che sfiancherebbero Maria Montessori in persona - anche in quelle cose che non gli riescono facili per niente. E da bambino straniero quale è, vi confesso che sono davvero tante. Ma lui ci prova lo stesso. Con un impegno che mi sconvolge sempre e smuove in me il desiderio di provare a essere la miglior 'insegnante a ore' che possa avere.

In questi tre anni insieme a lui ho capito che insegnare qualcosa a qualcuno è un'arte meravigliosamente sconvolgente. Che richiede sforzo, concentrazione e una gran dose di pazienza. Serve ottimismo. Fiducia nel credere fortemente che l'altro possa farcela e raggiungere i propri obbiettivi al meglio delle proprie capacità. Con gli strumenti che ha e come meglio può. E' un impegno che si sperimenta ogni giorno plasmandosi sulla pelle di chi impara, ma anche un po' di chi insegna.

Insegnare un'attività a qualcuno con una difficoltà fisica è ancora più complicato. Specie se parliamo di uno sport; l’impaccio si fa maggiore, la difficoltà si moltiplica e con essa il timore di fallire. Il bisogno di pensare che tutto sommato per il disabile quello sport o quella certa attività non sia poi così essenziale si trasforma in una facile e confortante scorciatoia. Per fortuna, ci sono insegnanti che con le loro azioni sanno ribaltare ogni prospettiva.

Questa è la storia di un vero maestro e di un allievo molto in gamba, cui una malattia ha spezzato le ossa ma non la tenacia.

Alessandro infatti ha solo quattro anni quando, a causa di un tumore, perde completamente il braccio destro, amputato per impedire alla malattia di intaccare il resto del suo giovane corpo. Terminato il periodo di cura, i medici consigliano ai genitori di riprendere subito tutte le comuni attività del bambino, che ricomincia molto presto ad andare a scuola e ad abituarsi alla sua nuova vita, e aggiungono anche 'Che faccia sport, nuoto sarebbe l'ideale'.


Detto fatto. Indossata la cuffia e imbracciata la tavoletta, Alessandro si tuffa nella piscina del suo paese in provincia di Brescia. Ma come fare a stare a galla con quell’unico braccio sano? Luca Bonetti, il suo istruttore di nuoto, non è sicuro di quale sia la soluzione più adatta per il suo allievo. Ma non ha il minimo dubbio su come scoprirlo: si tuffa in acqua anche lui e si allena per settimane esercitandosi a nuotare con un braccio solo. "Mi sono legato il braccio dietro la schiena e ho cercato di capire come regolare l'equilibrio delle bracciate, a dorso e a stile libero".


Da quei primi giorni in piscina sono passati ormai tre anni. Alessandro adesso va alle elementari e nel tempo libero continua a nuotare con tutto il suo impegno. E mentre la sua storia fa il giro della rete e incontra lo stupore e la commozione di tutti, il mio pensiero di oggi va anche un po’ a quell'istruttore. Alla sua capacità di essere un vero maestro, che sa di non sapere e per questo si sforza di imparare a sua volta. E a quel destino, che molto sapientemente, ha fatto incontrare questi due nuotatori.

[Credits - brescia.corriere.it / profduepuntozero.it]

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