giovedì 23 giugno 2016

Ricordati

 
Una notte mi rigiravo nel letto.

Pensavo che ho ventisette anni e metà della mia vita - forse pure un po' di più - l'ho passata a crucciarmi per qualcosa. Principalmente per quel che non sono. Quel che non ho o non so proprio fare e forse non imparerò mai. Un terzo delle mie giornate lo investo a preoccuparmi, domandarmi se ho fatto abbastanza in questa o quella situazione.

Mi rigiravo ancora quando un ricordo mi ha attraversato la mente.

Per anni quando mi lagnavo per qualcosa che il mio corpo non mi consentiva di fare. Per qualcosa che non ero, a causa o in virtù di quello scheletrino mal fatto, una persona a me molto vicina mi ripeteva 'Ricordati, che ci sono persone in sedie a rotelle che si arrampicano sulle rocce'.
Ogni tanto me lo dice ancora adesso.

La frase non proseguiva mai, di solito diceva solo quello. Poche parole ma buone. Non aggiungeva che forse avrei potuto smetterla di lamentarmi. Che c'era e c'è sempre ovunque, gente che sta pure peggio. Che se solo avessi voluto, avrei potuto fare tutto ciò volevo. Proprio tutto. Non lo faceva mai. Nessun luogo comune, in tanti anni, ha mai attraversato quella frase, che in una sola parola mi parlava di tutto.

RICORDATI

Che era un po' come dire, 'Piangiti addosso pure quanto vuoi. Ne hai diritto, sai? Ma poi ricordati che puoi anche non piangere. Ricordati che se vuoi puoi scalare le montagne. E sappi che da qualche parte nel mondo qualcuno lo sta già facendo. Probabilmente nella tua vita non scalerai le montagne. E sarai sempre l'anima inquieta e insoddisfatta che sei. Ma tu ricordati. Ricordati che quando vorrai potrai farlo. Scalare le montagne o qualsiasi altra cosa'.

Ho ventisette anni e metà della mia vita l'ho passata a non ricordarmi tutto questo, ma non me ne pento. Anche adesso che finalmente ho imparato a ricordarmelo non mi dispiaccio di essere stata così. 
Per esser felici bisogna prima sapere come è non esserlo, felici dico; per ricordarsi di qualcosa bisogna per forza aver vissuto un periodo senza averla saputa, quella cosa. Senza averla mai ricordata.  

Ora sì che mi ricordo. Che posso arrampicarmi un po' dove voglio. So anche che questo non sempre mi basta per essere felice, fare cose, sentirmi all'altezza. Ma il ricordo di quel che potrei essere vive in me e mi sostiene al pari di questo mio corpo un po' malconcio.  

So che cresce e si autoalimenta ogni volta che, dopo essermi lamentata, scelgo anche di dirmi: Ricordati.

Nessun commento:

Posta un commento