giovedì 18 maggio 2017

Senza sosta

 

Quando da bambina andavo al Luna Park il mio gioco preferito era la pesca magica; potevo passarci le ore con quella lunghissima canna da pesca a cercare di raccattar premi e pupazzetti, ma le volte in cui ce l'ho davvero fatta le posso contare sulle dita di una mano. 

Se dovessi pensare a come funziona un corpo dotato di protesi articolari potrei immaginarmelo così: uno strumento potenzialmente perfetto, in grado di acciuffare gli oggetti più preziosi ma che senza la giusta coordinazione non smuove nemmeno la polvere.

Mi sono ritrovata immersa in questo ricordo che profuma di zucchero filato quando sono incappata sulla pagina social dell'atleta paraolimpica Beatrice Vio che tra un colpo di fioretto e l'altro racconta spezzoni della sua vita quotidiana. 

Nelle ultime settimane alcuni video la mostrano alle prese con l'utilizzo di protesi innovative e tecnologicamente avanzate; con gambe e braccia bioniche la si può vedere cenare con le bacchette cinesi o pasare il testimone in una staffetta tra corridori. 

I video sono la testimonianza dello sviluppo di protesi sempre più tecnologiche, che tentano di connettersi al corpo della persona in modo che l'impulso al movimento passi correttamente dal cervello all'arto artificiale. Un'operazione che chi è dotato di braccia e gambe compie inconsciamente ogni giorno mentre i ricercatori ne sperimentano quotidianamente la profonda complessità.

Ecco quindi che la pagina social dell'atleta si è riempita delle immagini di prove ed esperimenti con le nuove protesi: uno dei video più cliccati ce la mostra mentre impara a usare le sue mani nuove per bere una tazza di caffè, che per l'esercitazione è stato sostituito con dell'acqua. A decorare il suo tavolo d'allenamento si intravedono piccole pozze, simbolo di quelli che lei definisce 'i tentativi finiti male' di sollevare la tazza.

Raccontarci questa storia, adesso che Bebe Vio ha imparato a usare quasi del tutto i suoi nuovi arti, serve a ricordarci che la strada per il successo è spesso lastricata di molti bicchieri rovesciati. Che dietro le immagini di un atleta paraolimpico che corre veloce come il vento su protesi dalla funzionalità eccezionale c'è sempre una storia di fatica e sconfitte. 

Quale che sia il nostro viaggio nel mondo o il bicchiere d'acqua che proprio non ci riesce di sollevare, possiamo quindi ricordarci che andare avanti è possibile sempre, anche quando la meta ci sembra irraggiungibile.

Basterà seguire i nostri tempi. 

Senza fretta ma senza sosta.

Foto da Twitter: @VioBebe

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