giovedì 13 luglio 2017

Chi sei veramente

 

Tra i corridoi delle scuole in questi giorni tutto si muove velocemente. 

Le sedie si spostano stridenti in piccoli gruppi che ripassano frenetici. 

I banchi si uniscono dentro le aule e lasciano spazio a commissioni di docenti, registri e penne alla mano. 

E poi ci sono i passi, su e giù tra le aule, le dita che agitano i fogli del dizionario. 

Gli occhi scattanti di chi aspetta di fuori.

Ci sono prove che prima di viverle ci appaiono ostacoli insormontabili. Una volta superate la gioia del successo trasforma i ricordi e ciò che all'inizio sembrava difficile diventa improvvisamente semplicissimo. 

Tra i grandi eventi di questa legge universale molti di noi contano anche l'esame di maturità; il test attorno a cui ruotano mesi di lavoro, ansie e speranze. 

Alla fine, tutto si ridurrà a una serie di ricordi sbiaditi dal tempo. Pagine di libri stropicciate dal caldo, tra le lunghissime fila del corridoio di una scuola. 

Tra le ultime generazioni qualcosa in più s'imporrà nella memoria, sfuggendo forse all'oblio della memoria: la tesina. L'elaborato finale che i maturando presentano alla commissione come una sorta di biglietto da visita, un insieme di fogli che racchiudono un modno intero  e parlano agli altri di quello che sei o vorresti diventare.

In un Istituto tecnico di La Spezia, la diciannovenne Esi Hoxha ha presentato il proprio scritto accompagnandolo a una video intervista. Protagonisti sono un gruppo di studenti delle scuole medie e Dennis, il fratello della studentessa. 

Il lavoro sviluppa il tema dell'inclusione del ragazzo e della sua disabilità all'interno della classe. Ai ragazzi è stato chiesto di interrogarsi sul loro comportamento, riflettere su cosa voglia dire sentirsi forti o deboli. A Esi è toccato il difficile compito di condurre con scrupolo e gentilezza il susseguirsi delle domande. 

Non sappiamo quale sia stato il punteggio finale dell'esame di Esi ma la cosa importante di questa storia è che ci ricorda ciò che troppo spesso siamo costretti a dimenticare.

E cioè che mentre in alcune scuole di questo paese ci sono studenti che pagano per ricevere un diploma che non hanno meritato, presentando una tesina che non hanno realizzato in prima persona, in moltissime altre scuole di questo stesso paese ci sono schiere di ragazzi che ce la mettono tutta. 

Che chiedono aiuto, studiano, si informano. In una parola, ci provano. 

A mettere per iscritto quell'insieme di fogli di cui forse un giorno non ricorderanno più nulla ma che oggi raccontano chi sono veramente. 

Persone di cuore

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