giovedì 2 giugno 2016

Piccolissima me


Quando andavo alle elementari c'era questa stanzetta in cui mi piaceva rintanarmi ogni volta che potevo. Dentro una sedia e un tavolino. Su una parete faldoni, regsitri, burocrazia varia. Sull'altra, una fila di libri consumati, tutti rigorosamente targati Battello a Vapore, la collana di libri per bambini per definizione. 

Una volta al mese, a turno, tutti gli alunni facevano la spola tra le classi e questa biblioteca improvvisata. Sceglievano un libro, a volte anche due, poi la maestra faceva un timbro sul diario per ricordare la data del prestito. Passavano trenta giorni o poco più e il rituale si ripeteva.
 
Ce n'era per tutti i gusti: dalla semplice Serie Bianca,tutta disegni e poche parole, alla Serie Azzurra, per chi s'affacciava alla lettura. Fino alle articolate vicende dell'inarrivabile Serie Rossa. All'epoca la più ambita. Quella per i bambini che bambini non son più, per gli affamati di vita e parole. Per chi era ancora in classe quinta ma con la mente viaggiava già lontano.

In mezzo a quelle mensole siamo cresciuti tutti e tra quelle pareti intime e protette ci sono i ricordi più belli di una passione che mi cresceva dentro. Quella che ancora adesso mi spinge a ciondolare senza meta  tra scaffali pieni di storie. A cercare parole che non conosco per provare ad usarle a modo mio.

Mi sono imbattuta in questo sbuffo di libri e ricordi polverosi un giorno per caso, leggendo la notizia del Concorso per scrittori che le Edizioni Piemme bandiscono ogni anno, alla ricerca di nuovi autori e illustratori per la collana di libri che mi faceva sognare da bambina.

In attesa di scoprire il racconto più bello di quest'anno, il concorso è aperto fino alla fine di Giugno, mi sono regalata la versione eBook di 'Piccolissimo Me', vincitore della scorsa edizione. La storia di Michelangelo e del suo sconfinato, quanto incompreso, complesso per la bassa statura mi ha sbalzata avanti e indietro nel tempo.

Quando anche nella mia classe c'era qualcuna bassa bassa di statura. Tanto, troppo bassa. Così bassa da far dispiacere a guardarmi. Da far desiderare di dire 'Non preoccuparti tesoro, un giorno crescereai'. A quella bambina bassa bassa, che sotto sotto lo sapeva che quei centimetri in più non c'erano proprio e mai ci sarebbero stati.

Ero io.

Un racconto sincero, da strappare un sorriso e in mezzo a quelle righe che scorrono veloci con la loro semplice sintassi, mi sono ricordata cos'è che tanto mi piaceva di quella stanzetta stipata di libri nella mia scuola.

Erano le storie che ci leggevo, i dubbi che mi scioglievo. Quelli che si creavano nuovi, ma che per fortuna non erano ancora i miei. Le intense emozioni che saltavano fuori dalle pagine. La grande scoperta che accompagna tutti i bambini, quando capiscono che al mondo non esiste solo l'essere felici o essere tristi.

Ma che si può aver paura ed esser coraggiosi allo stesso tempo. Vergognarsi di un difetto ma imparare a gestirlo con quanto più impegno si possiede. Che si può essere bassi, ma proprio bassi tanto, e sentirsi comunque all'altezza della situazione.

Ogni scuola dovrebbe avere una biblioteca così. Perchè se nelle pagine di un libro, un bambino qualsiasi potrà trovare rifugio e ispirazione nella storia di un Michelangelo qualsiasi allora sì che varrà la pena di crescere. Se non in altezza, almeno nell'età.

La copertina di Piccolissimo Me, di Gigliola Alvisi. Premio Letterario Battello a Vapore 2015.

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