giovedì 22 settembre 2016

Provare per credere



Da oggi, fino alla fine di questo duemilasedici, mancano esattamente cento giorni.  Cento albe e cento tramonti. Solo il destino sa cosa ci riserverà il futuro ma una cosa é certa, avremo giorni buoni e altri meno buoni. 
 
Ci saranno i giorni in cui la felicità avrà il rumore di una risata, l'unica che riusciremo a fare, di ritorno dal lavoro ascoltando la radio. Magari un lavoro che non ci piace, ma che siamo obbligati a tenerci. 

Giorni in cui buttarci giù dal letto all'alba, per correre chissà dove a fare chissà cosa. Ma mentre ci affaceremo in cucina, la faccia stravolta e gli occhi stropicciati, scopriremo sul tavolo una tazza calda che qualcuno ha preparato per noi. E l'alba all'improvviso ci apparirà più dolce.

Ci saranno i giorni di corsa e senza il tempo per la pausa pranzo, ma con la pizza da asporto a cena.

E poi i giorni stupendi fin dall'inizio. Quelli tranquilli, pieni di luce. Oppure di festa, divertimento, con la voglia di fare

I sabati lenti e le domeniche in riva al lago. Le serate col fruscio del giornale sul balcone; la testa senza un pensiero e la pace tutto intorno.

I pranzi in famiglia, le cene con gli amici. 

Per tutte queste giornate diverse, per quelle prevedibili e per quelle che mai avreste immaginato, c'è una sfida, un gioco a cui partecipare: si chiama Cento Giorni di Felicità.

Il progetto nasce da un'idea di Dmitry Golubnichy e propone ai partecipanti di vivere cento giorni di felicità, uno di seguito all'altro.

Partecipare è semplicissimo: basta riconoscere un momento felice ogni giorno, per cento giorni consecutivi. Un attimo di gioia di qualsiasi tipo: una telefonata inaspettata, lo sprazzo di sole in un pomeriggio ventoso, il sorriso gentile di uno sconosciuto sul tram.

La sfida arriva da internet e negli ultimi anni ha raccolto adesioni in tutto il mondo. Per i più tecnologici infatti il gioco passa attraverso l'iscrizione al sito 100happydays.com ma l'uso della tecnologia non è obbligatorio, sono perfetti anche i classici carta e penna. 

Quel che conta è il senso della sfida, che si alimenta della coraggiosa ambizione del suo ideatore: renderci felici semplicemente usando ciò che di bello già possediamo.

Alla fine del percorso vi scoprirete più ottimisti, propositivi, capaci di scovare una felicità inattesa. La stessa che prima vi sembrava invisibile.  

La vostra non cambierà di molto alla fine dei cento giorni ma voi non sarete più gli stessi. 

Provare per credere.


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