giovedì 2 febbraio 2017

Una vita che ricorderai



Da qualche tempo mi gira in testa una canzone. S'intitola The Nights ed è prodotta da un tale di nome Avicii, uno di quei deejay che ascoltano i giovani con le cuffie gigantesche e il volume troppo alto. A colpirmi è stato il video musicale che mostra un ragazzo in viaggio per il mondo, alla ricerca di avventure straordinarie sulla scia di un antico consiglio paterno: Vivi una vita che ricorderai. 

Scorrono una in fila all'altra le riprese velocissime del giovane che si tuffa, salta, vola e balla in cima a motagne spaventose, scogliere disabitate e oceani che sprofondano. Istantanee bellissime che sanno di divertimento e scelte follemente memorabili. Ma che terminano sempre tra le braccia di qualcuno di amato. Amici, genitori, figli, a volte tutti e tutti insieme.

Mi sono innamorata di questa canzone perchè la considero uno sregolato e incoraggiante inno alla vita, alla possibilità che abbiamo di renderla qualcosa di imperfetto, intenso e giusto per noi. E perchè mi ha trasportato indietro di qualche anno, al periodo della favolosa adolescenza, quando essere vivi si trasforma in una spinta continua che vuole crescere, diventare adulta, sperimentare. Un acceleratore da premere senza paura.

Ci sono tanti modi per rendere la vita qualcosa di indimenticabile e ciascuno di noi ha il compito di scoprire quale sia il più adatto. Per viverli bisogna a volte percorrere migliaia di chilometri, come nel caso della nostra canzone, altre volte invece basta alzare lo sguardo sulla propria città.

Si dà il caso, in effetti, che proprio in questi giorni l'Associazione Pagliacci nel Cuore di Vercelli abbia aperto le iscrizioni al corso di formazione per diventare pagliacci in corsia. Le prime ventotto persone che invieranno la loro adesione all'indirizzo ipagliaccinelcuore@gmail.com avranno la possibilità di partecipare alle quattro giornate di formazione gratuita che faranno di loro i nuovi clown dell'associazione. 

Impareranno a giostrarsi tra le esigenze dei vari reparti, portando ciò di cui c'è più bisogno: una visita inaspettata, un sorriso, a volte anche solo la voglia di ascoltare le storie di chi abita momentaneamente le stanze di un ospedale.

Essere clown in corsia è un'esperienza che affascina e insieme spaventa, specialmente agli inizi. Perchè regala emozioni tanto quanto ne richiede. Ma in fondo, mettersi in gioco è un piccolo impegno da mettere in conto. Se voglia una vita da ricordare veramente.

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