martedì 3 maggio 2016

Un privilegio raro, rarissimo. Cinque più uno sensi da vivere in Università



Se l'Università fosse un rumore sarebbe quello della zip dell'astuccio che si apre arrugginita, sempre lo stesso di quando andavi alle superiori, con ancora sopra le spille e le scritte a pennarello.

Sarebbe il ticchettio delle monete rigirate tra pollice e indice, mentre aspetti il tuo turno alla macchinetta del caffè.

Il silenzio repentino di un gruppo di studenti un attimo prima che inizi la lezione. E poi subito dopo il fragore di un professore ingoffato di libri che appoggia borse e dispense sulla scrivania.
 
La musica altissima da ascoltare nelle cuffie, in stazione.


Se fosse un odore sarebbe quello pungente dell'inchiostro sulla carta.
 
Il profumo del caffè di prima mattina. Il pulviscolo acre e malinconico della polvere che corre tra i corridoi. E profuma le stanze di un antico sapore.

Sarebbe il grigiore vecchiotto di un treno preso di corsa e sempre un po' in ritardo.

Se fosse uno sguardo sarebbero gli occhi chiari di quel bel ragazzo che gironzola in caffetteria. O la chioma brunetta di una matricola che sorride a tutti ma non conosce ancora nessuno.

Sarebbe il sole che infrange i vetri, le aule e le lavagne.

E i visi stropicciati delle matricole. Confusi, estasiati. Felici e incoscienti nel giorno del loro nuovo inizio.

Se fosse un tocco sarebbero i polpastrelli che sfogliano le pagine. Le sciarpe morbide che scaldano le spalle nei lunghi mesi invernali.

La ciocca di capelli rigirata tra le dita in silenzio in aula studio, per ricordare meglio le cose lette.

Se fosse un sapore sarebbe quello pomodoro e mozzarella nel panino del bar. Quello vicino alla facoltà, con le sedie di plastica vecchie e consumate, le tovaglie slavate e il menu studenti a cinque euro, bibita compresa.

Se l'Università fosse un' emozione sarebbe gioia, euforia, estasi pura.
Senso di forza e sincero coraggio.

Quello di quando ci si sente la vita in mano. Che ogni cosa andrà per il suo verso. Che saremo intraprendenti, informati, pieni di sapere. Che questa sarà la nostra occasione. Di sperimentare, provare, dire, fare, disfare e poi rifare di nuovo. Misurare noi stessi e il nostro potenziale in mezzo a tirocini, stage ed erasmus ad alto tasso modaiolo.

Ci si sente dei veri leoni il primo giorno di Università e ciò che più di tutto attira e affascina di questo mondo è la possibilità di scegliere. Valutare, soppesare, decretare ciò che riteniamo sia giusto per noi.

Cosa studiare e cosa no. Quali materie approfondire, quali schivare come la peste bubbonica o il colera. Chi frequentare e chi scansare tra i banchi e le aule. Quali dispense fotocopiare. Quali invece i libri da acquistare, per conservarli tutta la vita sulla libreria. E ricordarsi da grandi quel che si era ai tempi d'oro della gioventù.

Per gli studenti con disabilità però non sempre è possibile godere del Sesto Senso dello studente universitario.

Scegliere, decidere, disporre a pieno delle proprie potenzialità è un privilegio raro, rarissimo in alcuni casi. E il mondo universitario, come tutta la vita, non fa eccezione.

Per fortuna, ci sono le tecnologie che danno una mano. A metterle in moto, accenderle, attivarle schiacciando i tasti giusti servono molta anima e sensibilità.

Grazie al lavoro di tutti i soci Leo italiani e al Distretto 108 IA 1  il Dipartimento di Studi Umanistici di Vercelli possiede ora una  postazione dedicata agli studenti ipovedenti e con i disturbi dell'apprendimento, dotata di uno scanner in grado di agevolare l'uso dei testi e dei libri per gli studenti disabili.

La donazione è stata fatta nell'ambito del progetto 'Uni Leo4 Light' e ha visto i giovani del Leo impegnarsi nella raccolta fondi necessaria all'acquisto di questo potente macchinario.

L'obbiettivo è offrire agli studenti disabili la possibilità di utilizzare e maneggiare i testi universitari con le stesse potenzialità di tutti gli altri studenti. I software installati sullo scanner permettono di leggere a voce alta, navigare sul web, copiare e incollare i testi, connettersi online e approfondire materie.

E di accedere, finalmente, a tutte le possibilità di un qualsiasi studente universitario.

Lo scanner che aiuta gli ipovedenti

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